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Governo Meloni: nuovo decreto per le Ong, ecco cosa cambia

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Matteo Piantedosi ha approntato uno specifico provvedimento amministrativo, diretto a regolamentare i flussi d’ingresso dei migranti. Il Ministro dell’interno ha precisato: ”Vogliamo governare i flussi in ingresso, non lasciarli agli arrivi spontanei o agli scafisti. Contrasteremo quelli irregolari. Procediamo a ritmi serrati”. Quando arriverà il nuovo decreto diretto a regolamentare le navi delle Ong? Cosa prevederà nello specifico? 

Piantedosi ha assicurato: ”Il decreto flussi arriverà dopo le festività. Dobbiamo tenere in conto la posizione geografica del nostro Paese e la pressione migratoria verso di noi. Come esecutivo, vogliamo governare i flussi di ingresso, non subirlo…”. Di sicuro, non si tratta di un lavoro facile da svolgere, come ha chiarito lo stesso Ministro. 

”L’elaborazione di un decreto flussi ha una gestazione complessa, bisogna individuare parametri, quote d’ingresso, c’é concertazione. Tutto avviene, però, in tempi serrati. Credo che siamo ormai prossimi alla definizione: dopo le festività potremmo essere pronti a presentare il decreto flussi. É una priorità”, ha affermato Matteo Piantedosi. Vediamo, nello specifico, cosa cambierà con il nuovo decreto. 

Matteo Piantedosi: ”Ecco chi si farà carico dell’accoglimento del migrante dopo lo sbarco”

Matteo Piantedosi ha preannunciato l’avvento di un vero e proprio ”codice di condotta” per le Ong, ossia una regolamentazione dettagliata che sarà contenuta nel nuovo decreto. In sostanza, non ci saranno più soste in mare estremamente lunghe, ma sarà il Paese di bandiera della nave a ”farsi carico dell’accoglimento’. Non si tratta di indiscrezioni prive di fondamento, in quanto proprio alcune fonti del Viminale hanno confermato l’arrivo di tali novità. Nel frattempo, l’Italia ha autorizzato, in riferimento alla nave Sea Eye 4, lo sbarco di 63 migranti nel porto di Livorno. 

Piantedosi decreto

Matteo Piantedosi ha predisposto una regolamentazione che non lascerà nulla al caso o all’improvvisazione, avendo stabilito che i soccorritori, una volta saliti a bordo dell’imbarcazione, chiedano ai migranti la ”manifestazione di interesse”, riguardante la domanda di protezione l’Internazionale dei migranti. 

Perché tutto ciò? Nell’ottica di Matteo Piantedosi sarà il Paese di bandiera della nave ”a farsi carico dell’accoglimento del migrante dopo lo sbarco”, come riportato dall’Ansa, in modo tale da non originare alcuna forma di contrasto. Ma non é tutto, in quanto, in caso di intervento in area Sar, i soccorritori dovranno, nel più breve tempo possibile, chiedere un porto di sbarco, in direzione del quale l’imbarcazione dovrà proseguire, subito dopo aver beneficiato del salvataggio. Dunque, la nave non dovrà sostare per un tempo indefinito in mare, in attesa che qualcuno vada a soccorrerla. 

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