Che non vi fosse particolare simpatia lo sapevano tutti, ma questa volta Matteo Renzi non risparmia attacchi pesanti al Movimento 5 Stelle.
Matteo Renzi coglie la palla al balzo, e sul tema della giustizia affonda un colpo pesante contro l’ex Ministro Bonafede e il suo partito. Le prime avvisaglie di uno scontro che dura da sempre si erano avute quando Renzi aveva posto dei paletti sul DDL Zan.
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Il senatore fiorentino, hanno notato molti osservatori, si è spostato su posizioni più conservatrici spiazzando chi lo voleva al fianco di Zan. Sul decreto che riguarda il delicato tema delle diversità Matteo Renzi, ascoltate anche le osservazioni del Vaticano, ha fatto una virata mettendo Italia Viva su posizioni meno aperturiste.
L’affondo di Matteo Renzi al M5S e l’attacco a Bonafede
Ma l’affondo pesante l’ex Primo Ministro lo ha riservato ad un altro tema molto sentito e, come nota qualcuno, che lo riguarda anche da vicino: quello dello giustizia. Intervenuto in diretta su La7 Matteo Renzi ha detto : “La riforma della giustizia segna la fine di Bonafede e io non mi vesto a lutto” . Che quello della giustizia sia un altro tema molto controverso non lo scopriamo certo ora. E, da sempre, le sue posizioni sono state in totale contrapposizione a quelle del partito di Bonafede, il Movimento 5 Stelle.
“Ieri pensavo che la riforma avesse qualche elemento su cui si potesse discutere, poi ho visto che oggi Bonafede l’ha attaccata a muso duro… evidentemente è una buona riforma”, ha detto in maniera decisa il senatore. Che, cogliendo il momento poco felice che sta attraversando il M5S, diviso tra le posizioni del fondatore, Beppe Grillo , e quelle di Giuseppe Conte, attacca: “Il M5s è finito, è morto, non gliel’hanno detto ma lasciamoli fare…”
Approfittando della situazione Renzi assesta un altro colpo, andando a nominare uno dei provvedimenti su cui il partito dei 5Stelle ha costruito la sua ascesa: il reddito di cittadinanza. “Nel 2022, dopo l’elezione del presidente della Repubblica, partiremo con una raccolta firme per un referendum abrogativo del reddito di cittadinanza”.