Il giornalista Maurizio Karra ha dovuto affrontare una vera e propria odissea in seguito alla vaccinazione anti Covid, a causa delle conseguenze correlate ad una trombosi dopo Astrazeneca. Raccontando la sua drammatica esperienza, il giornalista ha voluto dare voce a tutti coloro che si sono ritrovati a dover affrontare delle conseguenze serie, dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Nel suo caso, Karra, ha avuto una trombosi per cui è stato costretto a sottoporsi a sei interventi chirurgici, che gli hanno provocato grande sofferenza.
Il giornalista ha voluto condividere la sua vicenda ripercorrendo le tappe dolorose del suo calvario, così ha parlato del vaccino AstraZeneca, della trombosi che lo ha colpito e della decisione sofferta dell’amputazione di una gamba. Maurizio Karra fino a qualche mese fa girava il mondo in camper e firmava dei reportage per il sito Le vie del Camper, ma dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca è stato costretto a scegliere se amputare la gamba oppure morire. Oggi il giornalista con la sua testimonianza chiede giustizia, non solo per sé: un appello che Karra ha rivolto ai vertici dell’Asp di Palermo. Dopo il suo calvario, ancora non è stata rilevata una correlazione tra vaccinazione e problemi di salute.
“La cosa che mi fa più male è essere una di quelle vittime dimenticate del vaccino Astrazeneca. Su questo vaccino hanno detto tutto e il contrario di tutto. È chiaro che siamo di fronte a una situazione di estrema gravità. Essere stato una cavia è un atto di inaudita gravità e il fatto che anche l’Asp non fornisca una risposta è gravissimo. Il fatto che una commissione medico legale esamini dopo un anno e mezzo le richieste di invalidità, ma ciò accade solo in Sicilia” – le parole di Karra raccolte dal sito livesicilia.it, che lo ha intervistato.
Il giornalista ha spiegato di essersi vaccinato nel mese di marzo, insieme a sua moglie, dal momento che la loro occupazione riguarda il settore turistico, ma oggi nessuno sa dargli delle risposte su quanto gli è capitato.
“Sapevo che il vaccino Astrazeneca era già discusso, quando è stato il mio turno nell’hub vaccinale della Fiera, ho chiesto al medico di avere il vaccino Pfizer, che si riteneva, allora, un po’ più sicuro dell’altro. Purtroppo non soffrendo di patologie particolari mi hanno inoculato Astrazeneca. Credo che non ci sia dolo tra i medici. Però è chiaro che le risposte le vorrei. Poi chiaramente deciderò. Chiedo giustizia in termini informativi, lo dico da giornalista. Anche in questo senso c’è molta carenza informativa. Si parla sempre di quel caso su 100mila che accada. Ma forse non è così, su tante persone che ho incontrato, io ne conosco 6 o 7”.
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