È parere degli esperti quello che vede nell’ordine un modo per rilassarsi e diminuire l’ansia. Scopriamo insieme il perché.
Si parla e si discute spesso di ansia, stress, depressione, accumunando queste patologie e descrivendole spesso nello stesso modo.
Non è propriamente corretto, perchè se può essere vero che le fonti che le fanno insorgere sono le medesime, i modi e le reazioni con le quali si attivano risposte sono diversi.
Fondamentalmente la depressione è una sorta di palude, sabbie mobili che finiscono per inghiottire, trascinare in uno stato di vuoto, mancanza di risposte, abbandono.
La persona che soffre di depressione ha deposto le armi per tentare di combattere e arginare il fenomeno, mentre per l’ansia non sempre è così.
L’ansia è una sorta di rumore sordo, sfuggente.
Invita in maniera subdola a rincorrerla, acchiapparla, e provoca nelle persone che soffrono di questo disturbo comportamenti ossessivi e ripetitivi.
Mettere in ordine, ad esempio, è uno di questi.
Occorre specificare, poichè in qualche modo tutti noi abbiamo momenti di stanchezza e di offuscamento, che si definisce come patologica una situazione nella quale tali azioni diventano non solo necessarie, ma croniche, abituali. Diventano la base di comportamento.
Una ricerca svolta in Italia nel 2002 in collaborazione con il Ministero della Sanità ha evidenziato che i soggetti maggiormente predisposti sono le donne, ed in particolare le casalinghe, o le donne disoccupate che vivono in città altamente popolate.
Un dato che è stato esaminato alla luce di alcuni comportamenti, tra i quali proprio quello di mettere ordine in maniera compulsiva.
Perchè anche l’ansia ha a che fare con un senso di vuoto, una perdita di valori e di basi capace di arginare pensieri negativi e situazioni critiche.
Quando si percepisce questo stato di assenza, di nulla, quando cioè questa condizione diventa predominante mettere in atto azioni ripetitive, come il riordino ad esempio, diventa un qualcosa di meccanico che sembra attutire questo vuoto interiore.
Per chi è vittima di questa patologia, l’ordine risulta l’unico, se non il principale mezzo per poter tenere sotto controllo la propria vita, gli altri, le proprie emozioni.
Per dare un senso di normalità alla propria giornata. Si definisce come compulsivo quando si attiva in maniera meccanica, ripetuta, senza una necessità vera.
Mettersi a riordinare casa più e più volte rappresenta la risposta meccanica al frastuono del vuoto che risuona nella mente, un modo per arginare i pensieri eccessivi che arrivano puntuali e senza una motivazione plausibile che li scatena.
Mettersi a riordinare casa è come dire a se stessi che si sta facendo qualcosa, che non si rimane in balia del caos determinato da non si sa bene cosa, ma che esiste.
Ogni sedia sistemata, ogni oggetto prima spostato e poi rimesso esattamente nel posto in cui si trova, comunica in qualche modo senso, conferisce valore.
Mettere in ordine consente quindi di fare qualcosa, dare un senso, non sentire più o, per lo meno attenuare, quel senso di vuoto e di mancanza che si avverte puntuale.
L’azione meccanica oltre ad essere una risposta altrettanto inconscia permette al soggetto di pensare che sta facendo qualcosa di concreto, di utile, quasi significativo.
Esiste però una che una strada diversa per riuscire a dominare ed attenuare questa patologia.
E, come ci dicono e dimostrano psicologi ed esperti nella materia, per affrontare questo vuoto così ingombrante, questa sensazione di inquietudine che porta ad azioni ripetitive e alle volte compulsive, una grossa mano ci viene dalla tecnica chiamata del vuoto.
Una volta questo esercizio era praticato con la meditazione e la preghiera, azioni nelle quali ci si raccoglieva come per abbracciare se stessi, le proprie energie ed, in particolare, la propria anima. Non che ciò oggigiorno non sia più praticabile, al contrario.
Ma gli esercizi della tecnica del vuoto si possono anche fare distaccandosi e ascoltando musica rilassante, facendo un viaggio mentale accompagnati da ricordi e pensieri piacevoli.
Momenti cioè durante i quali, quando l’ansia sembra predominare, ci si raccoglie in se stessi e si interrompe la risposta meccanica e ripetitiva.
Qualcosa in grado di ridare pace ed equilibrio, perchè è proprio la pace e la serenità il traguardo ed il porto nel quale occorre attraccare quando il mare sembra farsi tempestoso.
This post was last modified on 1 Gennaio 2019 12:12
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