Qualche mese fa, mio marito — l’uomo che per anni ha rappresentato per tutti l’ideale di “mascolinità classica” — ha iniziato a cambiare. Tutto è cominciato in modo leggero, quasi impercettibile: un po’ di correttore per coprire qualche imperfezione. Ma presto quel gesto è diventato parte della sua quotidianità: fondotinta, contouring, eyeliner. Ogni uscita era preceduta da una cura meticolosa del suo viso.
All’inizio l’ho sostenuto con convinzione. Pensavo che fosse giusto lasciargli spazio per esprimersi, per riscoprirsi. Non volevo essere io a spegnere quell’entusiasmo nuovo che vedevo nei suoi occhi. Ma con il tempo, l’esterno ha cominciato a pesare. I sussurri, le occhiate ironiche, le domande pungenti. Ma non a lui — a me.
“Glielo permetti davvero?”
“Ma non ti vergogni?”
Sembrava che dovessi essere io a dare spiegazioni. Come se il suo make-up fosse un fallimento mio, come moglie, come donna.
Più cercavo di proteggerlo, più venivo messa alla berlina. Mi sono sentita sola, esposta, ferita. Fino a quella sera. Dopo l’ennesima giornata carica di battute e insinuazioni, sono rientrata a casa e ho visto il suo beauty case aperto, sul bancone del bagno. Non ce l’ho fatta. Ho svuotato tutto. Ogni pennello, ogni rossetto, ogni flacone — nel cestino.
Quando lui è tornato, ha capito subito. Ma non ha detto nulla. Nessuna lite, nessuna scena. Solo uno sguardo, carico di delusione. E in quell’istante, ho sentito il peso di ciò che avevo davvero distrutto: la sua libertà, la sua fiducia… e forse anche un pezzo del nostro legame.
Oggi non so ancora se ho fatto la cosa giusta. Non l’ho fatto per ferirlo, ma per disperazione. Pensavo di proteggerci, di mettere un freno al giudizio degli altri. Ma forse ho solo lasciato che quel giudizio entrasse in casa nostra e ci spezzasse.
Non è facile restare forti quando il mondo ti addita. Ma so che l’unico modo per superare tutto questo è ricominciare da lì: dal rispetto, dal dialogo, dall’ascolto reciproco. Perché l’amore non ha bisogno di approvazione. Ha bisogno di verità. E di coraggio.