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Mio marito vuole che nostra figlia smetta di usare assorbenti: non so come reagire

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In una famiglia composta da una ragazza di 16 anni e due fratelli di 14 e 16 anni, la gestione del ciclo mestruale della giovane ha dato origine a tensioni e incomprensioni all’interno della casa. Con un solo bagno a disposizione, la ragazza gettava occasionalmente i suoi assorbenti nel cestino, un gesto del tutto normale che, tuttavia, ha suscitato una reazione negativa da parte dei fratelli.

Un giorno, notando un assorbente usato, i ragazzi hanno reagito con disgusto, definendo la situazione “ripugnante”. La madre ha cercato di spiegare loro che il ciclo mestruale è un processo naturale, ma invece di sostenere questo dialogo educativo, il padre ha suggerito alla figlia di nascondere i suoi prodotti per non turbare i fratelli.

Questa richiesta ha avuto conseguenze ancora più gravi: i ragazzi hanno iniziato a evitare la sorella ogni volta che sapevano che era nel periodo del ciclo, arrivando persino a rifiutarsi di sedersi accanto a lei per paura che potesse sporcare il divano. Questo atteggiamento ha portato la ragazza a sentirsi isolata e incompresa all’interno della sua stessa famiglia.

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La vicenda evidenzia un problema culturale più ampio legato alla stigmatizzazione del ciclo mestruale. Oltre a dover affrontare i cambiamenti del proprio corpo, la ragazza si è ritrovata a vivere un’esperienza di esclusione e vergogna, alimentata dalla mancanza di un’educazione adeguata in famiglia. L’assenza di un supporto paterno ha contribuito a rafforzare nei figli maschi la percezione errata del ciclo come qualcosa di “sporco” e innaturale.

Affinché situazioni come questa non si ripetano, è fondamentale promuovere un dialogo aperto in famiglia, educando tutti i membri – in particolare i ragazzi – a comprendere e rispettare il ciclo mestruale come un evento normale della vita. Solo attraverso l’informazione e la consapevolezza si può abbattere il pregiudizio, creando un ambiente familiare più inclusivo e rispettoso.

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