La chiusura anticipata del programma Non è l’Arena su La7, condotto da Massimo Giletti, continua a suscitare dibattiti e polemiche. Urbano Cairo, patron di La7, ha dichiarato che la decisione di chiudere il programma è stata presa a causa dei costi troppo elevati. Ma, la vicenda sembra avere contorni più complessi, che vanno oltre la semplice questione economica.
Il conduttore ha raccontato in diverse puntate gli intrecci tra mafia e politica, focalizzando l’attenzione su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Secondo Giletti, Cairo gli avrebbe chiesto di incontrare Berlusconi la scorsa primavera, ha quindi affermato di aver rifiutato e che, dopo due puntate, l’editore ha rimosso Non è l’Arena dal palinsesto di La7; Cairo, dal canto suo, ha smentito tale ricostruzione dei fatti.
Salvatore Baiardo, portavoce e favoreggiatore del boss mafioso Giuseppe Graviano, è accusato di calunnia nei confronti di Giletti e di favoreggiamento di Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi. Baiardo è stato ospitato diverse volte nel talk. Anche gli inquirenti vogliono fare luce sul perché Cairo avrebbe chiesto al conduttore di incontrare Berlusconi, ad oggi la versione di Giletti è stata confermata da un carabiniere della sua scorta e dall’autrice del programma, Emanuela Imparato.
Non è l’Arena, finalmente la verità sulla chiusura
Tuttavia, Cairo offre una versione differente e nega di aver incontrato Giletti a marzo. L’editore ha spiegato di aver discusso con il conduttore di parlare con Berlusconi, ma a gennaio. Cairo ha spiegato ai pm che la chiusura di Non è l’Arena è stata decisa soltanto in base a “costi e perdite”. Dopo la puntata del 2 aprile, in cui viene trattato il caso di Messina Denaro, Cairo contatta il manager di Giletti, Mazzi, e gli confida che chiuderà il talk.
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Il manager di Giletti, Mazzi, ha riferito ai pm che il conduttore non aveva all’epoca alcuna proposta di lavoro dalla Rai e sarebbe quindi rimasto a La7. Tuttavia, poco tempo prima della chiusura del talk, Mazzi stava discutendo con Cairo del rinnovo di Giletti. La vicenda continua a suscitare interrogativi e dubbi, e le versioni contrastanti di Giletti e Cairo alimentano ulteriori speculazioni.
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