Il caso dell’omicidio di Giulia Cecchetin, tragicamente uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, continua a dominare i dibattiti nei talk show italiani, sollevando un’ondata di riflessioni dolorose e polemiche, in questo contesto, il giornalista Nicola Porro ha recentemente portato alla luce nuovi aspetti di questa tragedia durante l’ultima puntata di Stasera Italia, in onda su Rete4.
Porro ha aperto il programma con un editoriale toccante, focalizzandosi sulla morte di Giulia, avvenuta a causa di un “choc emorragico” seguito a molteplici coltellate inferte dall’ex fidanzato. L’aggressione, avvenuta nell’area industriale di Fossò, ha visto Turetta attaccare violentemente la 22enne, provocandone la caduta e colpendola ripetutamente.
Omicidio di Giulia Cecchetin, l’editoriale di Nicola Porro
“Giulia Cecchettin è stata uccisa dal suo ex fidanzato con una serie di coltellate ed è una di quelle cose che colpiscono evidentemente l’immaginario collettivo e soprattutto colpisce secondo me il gigante di questa storia che è il padre di Giulia” – ha commentato il giornalista, che ha poi evidenziato l’impatto emotivo di questa tragedia sull’immaginario collettivo, in particolare sul ruolo del padre di Giulia.
Porro ha sottolineato come il padre abbia trasformato il proprio dolore in un messaggio di allerta sui segnali premonitori di violenza contro le donne, pensando già alle future possibili vittime: “Ve lo dico senza nessuna remora. Il padre di Giulia ha detto delle cose incredibili soprattutto pensando che sua figlia non c’è più e come non c’è più sua figlia, dicendo ‘attenzione ai segnali di quello che è avvenuto a mia figlia’, pensa già alle nuove possibili vittime di quelle che sono le violenze a opera degli uomini nei confronti delle donne”.
Nicola Porro ha commentato anche la lettera di Elena Cecchetin, rigettando l’idea che la cultura dello stupro e del patriarcato siano direttamente collegati a questo omicidio, esprimendo la sua personale posizione. “Non possiamo far passare questa idea: la cultura dello stupro non c’entra nulla col patriarcato e la cultura del patriarcato non c’entra nulla con questo omicidio…Siamo tutti colpevoli per la morte di Giulia? Io non mi sento colpevole: lo posso essere di tante cose, ma non del patriarcato o della morte di Giulia. Ovviamente, Elena merita tutto il nostro rispetto semplicemente perché sta vivendo un lutto tremendo, ma non si può dire che il femminicidio è un omicidio di Stato”.
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