Come promesso in campagna elettorale da Fratelli d’Italia nel proprio programma, e ribadito dal Governo di Giorgia Meloni, il Reddito di Cittadinanza si appresta a subire dei radicali cambiamenti. Tra i primi passi che l’esecutivo ha compiuto per riorganizzare il sussidio statale si segnala lo stop ai contratti dei navigator, dopo che diverse Regioni hanno chiesto al ministro del Lavoro di risolvere i nodi relativi a questi collaboratori.
Se fino ad oggi a livello regionale si è agito autonomamente procedendo spesso con la proroga dei contratti di questi collaboratori con rinnovo fino a fine anno, il Governo Meloni ha stabilito recentemente che venga eliminata la figura dei navigator in vista di una drastica rivoluzione inerente al Reddito di Cittadinanza.
Reddito di Cittadinanza, il Governo Meloni blocca la proroga dei contratti dei navigator
Dopo le prime indicazioni fornite dal ministero del Lavoro, è arrivata la comunicazione ufficiale: il dicastero ha fatto chiarezza sulla questione precisando la dismissione di questa figura professionale, che è stata creata per favorire l’erogazione del sussidio statale. Se all’inizio, quando il sussidio statale è stato deciso dal Governo Conte, si erano create per i navigator 3mila posti, con il passare del tempo il numero si è ridotto nel corso dei primi mesi del 2022 a 946, dopo la conclusione dei loro contratti Co.Co.Co.
Successivamente le Regioni hanno preso la decisione di prorogare i loro contratti, ma solo per qualche mese, ossia fino ad ottobre dell’anno in corso, ma ora dopo che è giunta da calendario la loro scadenza, è arrivata la decisione del nuovo esecutivo, il quale ha indicato quale orientamento seguire su tale materia.
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Questo quanto reso noto da Marina Calderone, ministro del Lavoro del Governo Meloni: “I contratti dei navigator scaduti il 31 ottobre non sono prorogabili. Eventuali ulteriori utilizzi degli ex navigator richiederebbero l’approvazione di una apposita norma, non allo studio del ministero”. Malgrado le indicazioni fornite dall’esecutivo, alcune Regioni italiane hanno deciso di orientarsi in modo diverso: Molise, Basilicata e Sicilia hanno intenzione di prolungare i contratti fino a dicembre 2022.