Durante un concerto mozzafiato all’Arena di Verona, il maestro Riccardo Muti ha condiviso riflessioni profonde, equiparando l’orchestra alla società stessa.
Riccardo Muti attacca e poi fa marcia indietro
Le sue parole hanno sottolineato quanto l’armonia in musica possa essere metafora dell’armonia sociale.
“Mi rivolgo agli uomini e alle donne di governo. L’ho detto mille volte, ma forse a qualcuno è sfuggito: l’orchestra è il sinonimo di società. Ci sono i violini, ci sono i violoncelli, le viole, i contrabbassi, i flauti, gli oboi, i tromboni, eccetera, eccetera. Ognuno di loro spesso ha parti completamente diverse, ma devono concorrere tutti, pur avendo frasi diverse, a un unico bene, che è quello dell’armonia di tutti”.
Nel corso della serata, Muti ha anche ringraziato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, evidenziando la presenza di membri del governo e altre autorità.
“Grazie a tutti i membri del Governo e a tutte le autorità presenti che rappresentano poi questo sogno o realtà europea”
Un momento saliente del concerto è stato quando Muti ha parlato dell’importanza della Opera italiana, recentemente riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
“Dunque, io sono qui per testimoniare il mio entusiasmo e il mio orgoglio per il fatto che l’Opera, l’Opera lirica italiana, abbia avuto questo grande riconoscimento”.
Il direttore ha continuato, “Naturalmente questo è un momento importante, perché il riconoscimento non è mai un punto di arrivo, è un punto di partenza“.
Muti ha espresso frustrazione per il modo in cui opere italiane sono talvolta percepite all’estero, rispetto a composizioni di Wagner, Mozart, o Strauss.
“Quando si suona, per esempio, l’Elisir d’Amore o Anna Bolena, e non parlo dei nostri musicisti, li sento un po’ così, l’orchestra non è interessante, eccetera, eccetera. Questo è un po’ un atteggiamento quasi snobistico”
Concludendo con un appello appassionato, Muti ha definito Giuseppe Verdi “come il nostro Michelangelo in musica: tutto ciò che lui ha scritto è di una precisione unica” e ha sollecitato tutti a “educare i nostri figli, i nostri nipoti a un ascolto molto intenso e profondo dei nostri autori“.
L’evento non solo ha celebrato la musica, ma ha anche riunito oltre 160 professori d’orchestra, 300 artisti del coro, e 74 ballerini. Un viaggio nell’opera e nella storia musicale dell’Italia, condotto da personalità del calibro di Alberto Angela, Cristiana Capotondi e Luca Zingaretti, testimoniando il trionfo della lirica e della cultura italiana.