Nella riforma delle pensioni figura Quota 41, che è una misura che permette ai lavoratori di andare in pensione dopo aver versato 41 anni di contributi, senza considerare l’età anagrafica. Attualmente, la pensione anticipata richiede di raggiungere 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne. L’obiettivo del governo è estendere Quota 41 a tutti, superando parzialmente la legge Fornero.
Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, è uno dei principali promotori di questa riforma che ha spiegato nel dettaglio. Secondo Durigon, Quota 41 permetterebbe ai lavoratori di smettere di lavorare prima, senza ricevere una pensione bassa. Inoltre, il sottosegretario al Lavoro ritiene che il costo di questa misura, stimato dalla Ragioneria dello Stato in circa 4 miliardi di euro all’anno, con picchi fino a 9 miliardi, non sarebbe insostenibile e potrebbe addirittura beneficiare le aziende attraverso maggiori investimenti e turnover.
Riforma delle pensioni, Quota 41: l’obiettivo per il 2024
Il Governo Meloni ha l’obiettivo di attivare questa misura pensionistica senza età anagrafica entro il 2024: questa misura è vista come un passo fondamentale per migliorare la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. Tra le altre soluzioni in discussione ci sono l’estensione dell’Ape sociale, l’introduzione di misure per i lavori gravosi e l’anticipo dell’uscita per le donne. Nonostante l’obiettivo sia alquanto chiaro, la strada per la sua concretizzazione risulta lunga infatti l’esecutivo deve ancora presentare un piano programmatico per la riforma delle pensioni, ma l’impegno è estendere la nuova misura entro il 2026.
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I dettagli sulla realizzazione del piano saranno comunicati dopo l’approvazione della nota di aggiornamento al Def entro il mese di settembre 2023. Quindi ad oggi Quota 41 rappresenta una potenziale rivoluzione nel sistema pensionistico italiano, se implementata correttamente potrebbe offrire una maggiore flessibilità ai lavoratori e contribuire ad un più efficace turnover generazionale nelle aziende. Ma la sua realizzazione dipenderà dalla sostenibilità finanziaria e dalla volontà politica di portare avanti questa riforma.
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