Essere una donna di spessore nel mondo della politica italiana, non è facile, lo sa bene Rosy Bindi, ex presidente del PD, che ha fatto delle dichiarazioni su Giorgia Meloni dopo il suo insediamento ufficiale da premier. La Bindi è entrata sulla questione del polverone mediatico sollevato dalla puntualizzazione fatta dalla Meloni che ha esortato tutti a chiamarla il presidente e non la presidente.
Da anni lontana dalla politica che conta, da cui ha preso le distanze, sostenendo di non riconoscersi più nel Partito democratico, l’ex Ministro della Sanità ed ex presidente del PD, ha commentato l’incarico della neo premier soffermandosi sulla polemica di genere del suo titolo.
“Ovviamente deciderà lei, io non ho mai amato che si dicesse ‘la ministra’, ma per me dovrebbe esser ‘la’ Presidente, arrivare a non usarlo mi sembra troppo” – questo il commento di Rosy Bindi intervenuta ai microfoni della trasmissione Un Giorno da Pecora, in onda su Rai Radio1. Altre voci femminile dell’attuale scena politica hanno condiviso una posizione analoga alla Bindi, come nel caso di Laura Boldrini, ex Presidente della Camera dei Deputati.
Addentrandosi poi in una discussione più tecnica, l’ex politica è stata incalzata nel corso del programma radiofonico sulle ragioni che hanno portato in carica una prima premier italiana di centrodestra. “Le motivazioni sono tante, la Meloni ha accettato le regole della competizione e ha fatto bene e si è trovata in un contesto maschile abbastanza debole, dalla decadenza di Berlusconi all’incapacità di Salvini di giocarci la sua chance” – questa l’analisi critica della Bindi.
Per quanto riguarda poi il suo orientamento politico, non ha sorvolato sulla situazione aggrovigliata del suo ex partito, e nel riflettere sulla tesi avanzata recentemente di sciogliere il Partico democratico, la politica ha ammesso di essere in contatto con Enrico Letta e che è contraria a tale scenario: “Se questo significa dileguarsi no, se significa capire che in questo modo non va da nessuna parte allora sì. Non ho dubbi che manchi la sinistra in Italia“.
Rosy Bindi ha supposto un suo ritorno in politica solo nel caso in cui dopo l’eventuale scioglimento partito ci fosse un nuovo corso, infatti si è detta disposta a candidarsi a guidare un nuovo partito come ha precisato: “Del Pd sicuramente no, ci ho già provato una volta. Se si apre una nuova fase credo che ci siano centinaia persone, tra cui pure io, disposte a partecipare ad un nuovo cantiere della sinistra“.
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