Venezia è finita al centro dell’attenzione per uno scontrino da 300 euro come denunciato dal sindaco di Taormina, Cateno De Luca, che dopo aver condiviso l’episodio ha acceso il dibattito sui social. Il sindaco ha speso per quattro persone in un ristorante vicino a Piazza San Marco una somma significativa, nel dettaglio lo scontrino ha mostrato queste voci: acqua, 15 euro; bibita, 6 euro; due calici di vino da 10 euro ciascuno; coperto di 5 euro.
Il pasto comprendeva invece rombo yakitori per 50 euro, due porzioni di risi e bisi con gamberetti per 48 euro ciascuno e spaghetti al pomodoro per 30 euro. Quest’ultimo piatto ha suscitato particolare indignazione, con De Luca che ha espresso sorpresa per il prezzo di un piatto così semplice.
La polemica non è passata inosservata, Simone Venturini, assessore al Turismo di Venezia, ha risposto sottolineando l’importanza di controllare i prezzi sul menù prima di ordinare, ha anche ricordato che Venezia è una città preziosa e costosa. Tuttavia, De Luca ha ribattuto, sottolineando che avevano controllato i prezzi, ma non erano stati informati sul costo degli spaghetti al pomodoro.
Indignazione per lo scontrino da 300 euro in un ristorante a Venezia
La questione ha portato a un confronto tra Venezia e Taormina, con alcuni che suggeriscono che De Luca dovrebbe tornare a casa sua, mentre altri difendono la città della laguna come una città unica. Tuttavia, molti concordano sul fatto che un piatto di spaghetti al pomodoro dovrebbe avere un prezzo ragionevole, indipendentemente dalla sua ubicazione.
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Dopo l’invettiva mossa dal sindaco di Taormina, Cateno De Luca, con la condivisione di un conto salato da 300 euro al termine di un pasto in un ristorante veneziano, il dibattito sui prezzi dei ristoranti nella città lagunare hanno preso piede in rete. Non è stato possibile arginare la polemica delle ultime settimane sui prezzi lievitati nei ristoranti, si tratta infatti di un argomento caldo, soprattutto in città turistiche come Venezia. Secondo i consumatori è essenziale per i ristoratori essere trasparenti sui loro prezzi e per i clienti essere informati prima di ordinare.
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