Rosa Bazzi, una donna di 60 anni, ha attirato l’attenzione della trasmissione televisiva “Quarto Grado”. Il 1° marzo è prevista un’importante udienza per rivedere il suo caso, che l’ha vista condannata all’ergastolo insieme a suo marito, Olindo Romano.
La vita di Rosa Bazzi cambia, ora lavora fuori dal carcere
Da gennaio, Rosa lascia temporaneamente il carcere di Bollate a Milano per dedicarsi al lavoro in una cooperativa sociale. Questo fatto è stato mostrato in esclusiva da “Quarto Grado”, che ha documentato Rosa mentre si dirige al lavoro nelle prime ore del mattino, da lunedì a venerdì.
Le telecamere del programma, condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, l’hanno seguita con discrezione, registrando come si prende cura della pulizia dell’azienda, sia dentro che fuori, un’attività simile a quella che svolgeva prima dell’accaduto che l’ha portata in carcere. Ogni giorno, alle 7:15, Rosa esce dal carcere e si reca al lavoro, per poi fare ritorno in cella nel tardo pomeriggio. La legge le permette di lavorare fuori dal penitenziario, una concessione data a molti detenuti.
Carcere addio? Rosa Bazzi adesso frequenta un posto di lavoro
Recentemente, sia Rosa che Olindo hanno fatto parlare di sé per aver chiesto una nuova revisione del processo. La prima sessione di questa richiesta si terrà a Brescia, presso la Corte d’appello, a marzo. La richiesta di revisione è stata avanzata sia dalle difese che dal sostituto procuratore generale, Cuno Tarfusser. A questo proposito, Giuseppe Castagna, che ha perso tre familiari nella strage di Erba, si è espresso con queste parole:
“Possono cercare in tutti i modi, ma non troveranno mai un’altra verità”.
Castagna descrive il suo sentimento di dolore, trasformatosi ormai in fastidio, ogni volta che sente parlare di nuove mosse difensive o di attenzioni mediatiche.
La strage di Erba si consumò l’11 dicembre 2006, un evento tragico che vide la perdita di quattro vite: Raffaella Castagna, il piccolo Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini. Solo Mario Frigerio riuscì a sopravvivere a quella terribile notte.