Il tragico destino di Thomas Luciani, un ragazzo di soli 16 anni, è stato sigillato dalle ferite mortali inferte brutalmente dai suoi coetanei a Pescara. L’autopsia ha rivelato dettagli scioccanti: circa 25 ferite da coltello hanno causato una rapida perdita di sangue, portando a una fine prematura e dolorosa.
La procura conferma la brutalità
Il medico legale ha impiegato sei ore per completare l’analisi a causa della complessità del caso, confermando che i fendenti hanno gravemente danneggiato entrambi i polmoni di Luciani.
Il giudice per le indagini preliminari (GIP) Roberto Ferrari ha convalidato il fermo dei due adolescenti responsabili, evidenziando l’assenza di un movente valido e la pura volontà di infliggere dolore e morte.
Gli investigatori hanno ricostruito la dinamica dell’incidente, delineando chiaramente come l’atto sia stato compiuto con intenzionalità e freddezza.
Le telecamere di sorveglianza e le testimonianze raccolte hanno giocato un ruolo cruciale nell’inchiodare gli accusati, mostrando la loro totale indifferenza verso la gravità del loro gesto.
Ulteriori dettagli inquietanti emergono dall’acquisto di droga effettuato poco dopo l’omicidio, segnalato da un selfie scattato su una spiaggia locale, che sottolinea la freddezza e il disprezzo degli aggressori.