Il caso di Valérie Bacot ha scosso tutta la Francia, imponendosi all’attenzione dell’opinione pubblica anche fuori dai confini nazionali, la vicenda di questa donna che uccide il patrigno divenuto suo marito dopo aver subito per 28 anni i suoi abusi, ha scioccato tutti. Il dramma di Valérie ha avuto inizio quando aveva solo 12 anni: l’orco ha iniziato ad abusare di lei dopo essere divenuto il suo patrigno. Una storia sconvolgente di cui tutti erano a conoscenza nel villaggio di La Clayette, in Saône-et-Loire.
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Le nefandezze del compagno della madre, Daniel Polette, di 25 anni più grande di Valérie, si sono registrate ogni giorno non appena la ragazzina rientrava a casa da scuola. L’uomo dopo varie denunce è finito in carcere per un anno, ma poi una volta in libertà è tornato a vivere con la madre di Valérie Bacot. Ancora una volta la ragazzina si era ritrovata a rivivere un incubo ancora più angoscioso: a 17 anni è rimasta incinta ed è stata cacciata di casa. Daniel Polette all’epoca l’ha resa la sua schiava: il suo carceriere per più di 20 anni le ha impedito di uscire oltre a sottoporla a ripetute violenze ed abusi.
Inoltre l’uomo la costringeva a prostituirsi, diventando il padre dei suoi 4 figli e suo marito. In seguito, Polette ha costretto anche una delle sue figlie a prostituirsi. In preda alla disperazione e malgrado le denunce fatte, dopo 28 anni di abusi, Valérie Bacot uccide il patrigno.
Nel 2016, Daniel Polette viene colpito a morte da un colpo di pistola, quella stessa arma con cui minacciava Valérie. La donna ha occultato il cadavere dell’orco in un bosco con l’aiuto di due figli. A distanza di un anno il corpo dell’uomo è stato scoperto e Valérie è finita in manette. Nel corso delle sue testimonianze ha raccontato il suo dramma divenuto in seguito di dominio pubblico: il suo calvario ha indignato una nazione intera.
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La donna ha scontato un anno di carcere, poi le è stata concessa la libertà vigilata in attesa della sentenza finale per la quale è stata invocata clemenza attraverso diverse iniziative, tra cui la campagna su Change.org. Valérie rischiava una condanna per ergastolo per l’omicidio del suo carnefice, un caso che ha colpito lo stesso procuratore che ha chiesto una condanna indulgente. La sentenza finale ha condannato Valérie a 4 anni di carcere, poi le sono stati sospesi 3 anni, e dal momento che aveva già scontato un anno oggi la 40enne è finalmente una donna libera.
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