Il celebre cantautore Roberto Vecchioni, protagonista della musica italiana e vincitore del Festival di Sanremo 2011 con l’indimenticabile “Chiamami ancora amore”, ha recentemente aperto il suo cuore su alcune delle vicende più intime e dolorose della sua vita. Tra il successo professionale e le difficoltà personali, emerge una storia di forza, amore e fragilità umana.
Vecchioni ricorda con emozione il momento in cui nacque “Chiamami ancora amore”. In un periodo di crisi sociale ed economica, trovò ispirazione da una frase del portiere del suo hotel a Roma: “Adda passà ‘a nuttata”, trasformata nella poetica espressione “Questa maledetta notte dovrà pur finire”. Il brano, scritto con passione alle prime ore del mattino, portò Vecchioni a realizzare il sogno di trionfare a Sanremo. “Non si ha idea della paura che ti mette quel palco”, confessa. Eppure, quella canzone riuscì a conquistare tutti, consacrando il cantautore tra i grandi della musica italiana.
Dal punto di vista personale, Roberto Vecchioni racconta il suo profondo legame con Daria Colombo, sua moglie dal 1983. “Quando la vidi, pensai: ma davvero esiste una creatura così?” ricorda, descrivendo l’inizio del loro lungo e intenso corteggiamento. Daria, che definisce la sua ancora di salvezza, lo ha supportato nei momenti più difficili della vita, dalle operazioni chirurgiche alle crisi esistenziali. “Mi ha salvato la vita tante volte”, aggiunge, sottolineando come la sua presenza sia stata fondamentale per superare le avversità.
La ferita più profonda nella vita di Vecchioni è senza dubbio la scomparsa del figlio Arrigo, morto nel 2023 all’età di 36 anni. Arrigo, affetto da una grave malattia mentale, era una persona straordinaria e sensibile. Vecchioni lo descrive con amore: “Questo mondo non si meritava un uomo bello come te”, paragonandolo alla struggente figura di Van Gogh.
Vecchioni non si nasconde dietro le difficoltà. Ammette i suoi errori, come la dipendenza dall’alcol che lo aveva allontanato dai suoi figli. “Non bevo più da dieci anni”, confessa, aggiungendo che il dolore per la perdita di Arrigo lo accompagna ogni giorno.
Vecchioni e sua moglie Daria vogliono trasformare il loro dolore in azione, sensibilizzando il pubblico sull’importanza di affrontare la malattia mentale. “La malattia mentale viene ancora affrontata come una vergogna; invece, se ne deve parlare”, sostiene. La coppia sta pensando di scrivere un libro per condividere la propria esperienza e aiutare altre famiglie a non sentirsi sole.
Nonostante il dolore, Vecchioni continua a lottare per trasformare le sue esperienze in messaggi di speranza. Tra la musica, l’amore per Daria e il ricordo di Arrigo, il cantautore si erge come una figura di resilienza e sensibilità, ricordandoci l’importanza di affrontare le difficoltà con il cuore aperto e il coraggio di non arrendersi mai.
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