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Verissimo. Bianca Berlinguer gela Silvia Toffanin correggendola: “Bisogna dire direttrice e non direttore perché…”

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Bianca Berlinguer, ospite a Verissimo, si è resa protagonista di un gesto che sottolinea l’importanza del linguaggio di genere, la giornalista ha infatti corretto Silvia Toffanin sulla terminologia, mettendo in luce la necessità di un cambiamento culturale nell’uso della lingua italiana. La Berlinguer a Verissimo ha così offerto un momento di riflessione sull’importanza del linguaggio di genere e sulla realtà delle donne in posizioni di leadership in Italia specificando come lotta per la parità passa anche attraverso le parole.

Durante l’intervista, la giornalista ha evidenziato l’importanza di usare termini femminili per i ruoli professionali per questo ha corretto la Toffanin, sostenendo che dovrebbe essere chiamata “direttrice” del Tg3, non “direttore”, un dettaglio linguistico che non è solo una questione formale, ma rappresenta un simbolo di cambiamento e riconoscimento dell’identità e della professionalità femminile. “Direttrice, ci tengo a usare il femminile, perché io penso che la declinazione al femminile sia importante. È un simbolo e i cambiamenti si fanno anche utilizzando i simboli” – questa la correzione fatta da Bianca Berlinguer alla conduttrice di Verissimo.

Verissimo, la correzione di Bianca Berlinguer gela Silvia Toffanin

Bianca BerlinguerLa Berlinguer parlando della sua esperienza ha affrontato il tema della parità di genere nel lavoro, la giornalista ha spiegato che, nonostante i progressi, in Italia è ancora difficile per le donne occupare posti dirigenziali e ricevere lo stesso rispetto e stipendio degli uomini.

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“Diventare direttrice è stato molto bello e impegnativo ma per la prima volta mi sono resa conto che se una donna occupa un posto importante, un posto diciamo di dirigente, è ancora difficile, soprattutto per gli uomini, ma anche per qualche donna, accettare che sia lei a dare gli ordini, a prendere l’ultima decisione. Questo credo che sia ancora molto forte nel nostro Paese, dove le donne occupano ancora pochi posti dirigenziali e guadagnano meno degli uomini che hanno un corrispettivo grado”. La sua esperienza personale diventa un esempio emblematico delle sfide che le donne affrontano nel mondo del lavoro e della lotta per la parità di genere.

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