Un incidente controverso ha scatenato un acceso dibattito su un volo della Juneyao Airlines in Cina. Durante il viaggio, una bambina di un anno non smetteva di piangere, nonostante gli sforzi della nonna di calmarla. Due passeggeri, stanchi del continuo pianto, hanno deciso di intervenire in modo drastico: hanno portato la piccola nel bagno dell’aereo e l’hanno chiusa dentro, affermando che sarebbe stata rilasciata solo quando avesse smesso di piangere. La situazione è stata documentata in un video da una delle donne coinvolte, Gou Tingting, che ha poi condiviso le immagini sui social media, scatenando una vasta polemica.
Bambina non smette di piangere, due viaggiatori la isolano nel bagno dell’aereo
Il video ha rapidamente suscitato una miriade di reazioni negative. Gou Tingting nel suo post ha cercato di giustificare il suo gesto come un tentativo di aiutare gli altri passeggeri a trovare un po’ di quiete, ma molti l’hanno criticata per la mancanza di empatia e per il trattamento ritenuto inappropriato nei confronti della bambina. Le risposte al video hanno evidenziato come alcune persone siano state costrette a spostarsi verso la parte posteriore dell’aereo o a usare dei tappi per le orecchie per sfuggire al rumore.
La compagnia aerea ha rilasciato una dichiarazione poco dopo, sostenendo che la nonna della bambina avrebbe dato il permesso alle due donne di “educare” la piccola, un dettaglio che ha aggiunto ulteriori sfumature al dibattito. Questo incidente ha portato alla luce il crescente dibattito in Cina sui cosiddetti “bambini orso”, termine usato per descrivere minori viziati che spesso causano disordini in spazi pubblici.
La discussione ha ampliato il focus sulle politiche di gestione dei bambini in luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto. Alcuni paesi asiatici, come la Corea del Sud, hanno iniziato a designare zone prive di bambini in certi spazi pubblici come ristoranti e teatri, in risposta alla crescente esigenza di tranquillità da parte di alcuni segmenti della popolazione. Anche nel settore aereo, alcune compagnie offrono ai passeggeri la possibilità di pagare un supplemento per sedersi in aree dell’aereo dove i bambini non sono ammessi, una soluzione che rispecchia una tendenza globale verso l’accomodamento delle diverse esigenze dei viaggiatori.
Il caso ha sollevato questioni importanti riguardo al benessere dei bambini e alla tolleranza sociale nei loro confronti, in un periodo in cui molti paesi stanno affrontando una crisi demografica con tassi di natalità in calo. Parlamentari e attivisti hanno chiesto politiche più inclusive che favoriscano l’integrazione dei bambini nella società piuttosto che isolarli, sottolineando l’importanza di un approccio più accogliente e comprensivo nei confronti delle famiglie in spazi condivisi.